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Austria, Germania e Garda 2018

Questa pagina contiene una breve descrizione del mio viaggio in Austria, Germania e lago di Garda
fatto da fine luglio ad inizio agosto 2018


Ero già stato due volte in Austria e Germania nel 2015 e quest'anno ho deciso di tornarci. L'idea era quella di vedere Vienna, poi qualcosa in più di Monaco e anche nuove città: Lipsia, Berlino, Dresda e Regensburg.
In realtà avevo inizialmente previsto il percorso Trieste, Budapest, Bratislava, Vienna, Praga, Dresda e Berlino, seguito dalla ridiscesa verso l'Italia attraverso Lipsia e la Baviera, ma poi, dovendo viaggiare da solo, non me la sono sentita di attraversare tanta mitteleuropa e così ho scelto un percorso più breve e "occidentale".

Giorno 1

La prima tappa è stata solo tecnica e doveva essere Portogruaro, ma poi l'albergo è risultato nel centro storico in area pedonale e non ne trovavo altri adatti, per cui ho prenotato l'hotel Al Barco, di San Stino di Livenza. Partito nel primo pomeriggio, per le inevitabili lungaggini nel preparare le valigie, sono arrivato lì verso sera. L'hotel l'ho scelto perché era a meno di 2 km da un casello autostradale e poi c'era un'offerta last minute dal prezzo molto basso, colazione inclusa. Dovendo solo dormire lì una notte - ed era pur sempre un tre stelle - andava più che bene. La stanza ovviamente era l'ultima rimasta, con il letto comodo e spazi ampi, ma con uno strano odore di chiuso che la pervadeva. Come ho scoperto più tardi, il wc era fissato male al pavimento, per cui si rischiava di cadere... Dico io: invece di fare le super offerte, riparate questa stanza e fate il prezzo normale! E comunque lezione appresa: diffidare sempre delle offerte a basso costo, specie se in Veneto, dove - si sa - sono tutti un po' bislacchi, come i miei antichi avi che venivano da queste parti (tout se tient).

Giorno 2

Dopo aver dormito con la finestra aperta, mi sono alzato presto al mattino, ho fatto colazione e sono partito verso le 8 in direzione dell'Austria. Autostrada con interminabili file di TIR fino a Palmanova, poi traffico azzerato dopo la svolta a nord in direzione di Udine e poi del passo del Tarvisio. Mi sono fermato all'ultima area di servizio per comprare la "vignette" austriaca, il bollino che dà libera circolazione sulla rete autostradale, priva di caselli (minimo 10 giorni per 9 euro in tutto). In realtà un casello c'è, per la tratta Brennero - Innsbruck che si paga a parte, ma questo lo avrei incontrato questa volta al ritorno in Italia.
Al Tarvisio c'era un po' di fila per i controlli di frontiera, ma è durata solo 10 minuti, perché a un certo punto hanno deciso di far passare tutti, limitandosi a uno sguardo rapido verso le vetture. E' dal 2011 che viaggio in Europa in automobile e finora nessuno mi ha mai controllato un documento, tranne in un singolo caso: entrando a Gibilterra dalla Spagna.
La prima città che si incontra in Austria è Villach, dove ho fatto una breve puntata. Mi ha curiosamente ricordato certe città di frontiera spagnole, con la periferia piena di centri commerciali e larghi parcheggi. Alla fine non c'era molto da vedere e ho rischiato di perdermi in un quartiere periferico, perché avevano cambiato la viabilità e il navigatore non lo sapeva, ma almeno ho fatto il pieno di gasolio ad un prezzo decisamente conveniente.
Poco dopo sono arrivato sulla riva settentrionale del Wörthersee, che è un grande lago alpino, poco largo ma lungo molti km. C'erano molte costruzioni sulla riva e alcuni prati erano usati come spiaggia dai bagnanti. In realtà dicono che sia molto più affascinante la riva meridionale di questo lago, ma il giro avrebbe richiesto molto più tempo e in serata dovevo arrivare a Graz.
A poca distanza dalla riva orientale del Wörthersee c'è la città più importante della zona, Klagenfurt, capoluogo della Carinzia. Sono arrivato al centro della città e ho lasciato l'auto nel parcheggio sotterraneo sotto la piazza principale, poi ho preso una mappa cittadina nel centro di informazioni turistiche e ho iniziato a girare a piedi. La piazza principale di Klagenfurt è molto bella: rettangolare, con un lato alberato e con panchine, con il Rathaus (municipio) su un altro lato e al centro una statua di Maria Teresa d'Austria e la grande fontana del drago. E già, una leggenda locale narra di un drago che viveva nelle paludi vicino al lago e che regolarmente divorava fanciulle vergini e non so cos'altro. La statua mostra il drago alato con la bocca aperta, che è la fontana, e di fronte un omino con un grosso randello chiodato nascosto dietro le spalle. Quindi due certezze: il drago fu sconfitto dall'omino e comunque oggi come oggi sarebbe morto di fame.
E' stato molto bello passeggiare per le vie di Klagenfurt, dove la gente è simpatica e ben disposta nei confronti degli italiani. La Alte Platz è circondata da edifici storici, c'è un duomo molto ricco all'interno ma nel complesso non molto interessante, vie pedonali affascinanti e piene di vita. Essendo ora di pranzo ho deciso di andare in una nota birreria locale. Locale tipico e accogliente, con tavoli in legno a cui normalmente si siedono anche persone sconosciute, con cui spesso si finisce con il chiacchierare, e dove si mangia carne e si beve birra. Nel mio caso ho ordinato un terzo di litro di birra - dovevo anche guidare - ma il cameriere ha fatto una smorfia alla "pfui" e mi ha comunque portato mezzo litro. La carne era buonissima e di fronte a me c'era un'anziana coppia di Dortmund, con cui ho provato un po' del mio tedesco, appreso con lezioni sul telefonino cellulare...
Dopo pranzo sono tornato alla piazza, ho ripreso l'auto nel parcheggio - abbastanza costoso - e ho ripreso l'autostrada A2 verso Graz, dove sono arrivato verso le 16. Sono entrato per sbaglio nell'area pedonale, seguendo il navigatore, ma d'altra parte ne avevo diritto, in quanto diretto a quello che è forse il più bell'hotel della città, sito in un angolo della piazza centrale, la Hauptplatz. Facendo un giro intorno alla zona centrale, sono entrato infine nel lato giusto del centro e sono arrivato al Palace Hotel Erzherzog Johann.
Dopo aver lasciato l'auto nel loro parcheggio convenzionato, ho riposato e mi sono rinfrescato un po', poi sono uscito per visitare la principale attrazione di Graz, lo Schlossberg. E' una collina alta 450 metri che si trova nel centro storico di Graz e su cui si può salire con lunghissime scalinate, oppure con un trenino a cremagliera o un ascensore. Per la salita ho scelto la cremagliera, che in 3 minuti porta in cima. Da qui, nel punto più alto, si gode un bellissimo panorama su tutta la città e le zone circostanti. Ci sono anche un paio di ristoranti - ideali per un cena romantica - qualche negozio di souvenir e dei monumenti. Anche panchine in varie zone, visto che questo è in fondo anche il parco cittadino. Scendendo lungo la collina si arriva alla Uhrturm, la Torre dell'Orologio, che è il simbolo della città. E' l'unica cosa che resta del castello che per secoli ha difeso Graz e che fu distrutto dalle truppe napoleoniche. Curiosamente, ha le lancette delle ore e dei minuti invertite, la più lunga indica le ore. Alla fine ho preso l'ascensore e sono tornato nel centro della città e nell'hotel, da cui sono uscito più tardi per cenare in un'altra birreria, dopo aver vagato un po' a caso, passando per la Hauptplatz, con la fontana al centro, la regolare dotazione di fricchettoni locali, stand gastronomici, mercatino, viavai, il Rathaus e il tram che passa a filo sferragliando amabilmente.

Giorno 3

Il mattino seguente ho visitato la Kunsthaus Graz, ovvero il locale museo d'arte moderna. La forma della costruzione è moderna e affascinante, ma all'interno non c'erano mostre molto interessanti e anche la quantità del materiale esposto era esigua. Però una galleria in alto dava una vista molto bella sulla Uhrturm e su uno dei ponti della città. Foto a gogò.
Ho poi lasciato l'hotel e ho ripreso la A2 in direzione Vienna. Ho pranzato in un'area di servizio dove la costruzione principale sembrava una casa tradizionale austriaca e nel primo pomriggio sono arrivato nella capitale, ho raggiunto l'hotel e, lasciata l'auto nel loro parcheggio, ho iniziato una lunga passeggiata a piedi per raggiungere il centro storico.
Ho subito attraversato quello che pensavo fosse il Danubio e ho notato che era di un bel verde smeraldo; vatti a fidare dei compositori classici! Solo poi ho scoperto che quello era il Donaukanal - una piccola diramazione - mentre il Danubio vero e proprio, diviso in due rami, passa nella periferia nord di Vienna ed è davvero blu.
Faceva davvero molto caldo e questa calura mi perseguiterà per tutto il resto del viaggio. Ho raggiunto Stephansplatz, dove si staglia verso il cielo Stephansdom, ovvero la cattedrale di Santo Stefano. E' una grande e bellissima chiesa in stile gotico, con due alte torri e un interno molto affascinante. Dopo aver preso un "eiscafe" (il caffè freddo austriaco, sormontato da uno strato di gelato e da molta panna montata) sono entrato nella cattedrale e sono salito in ascensore sulla torre sud, onde evitare il sicuro infarto che sarebbe derivato dal salire gli oltre 360 gradini della torre nord con circa 35 gradi Celsius di temperatura... La torre sud è un po' più bassa, ma permette comunque di ammirare tutta Vienna e anche i mosaici colorati che ornano il tetto della cattedrale.
I dintorni della cattedrale sono molto vari: gente di tutti i tipi, un po' come a Roma alla stazione Termini, negozi alla moda e altri più dozzinali, le carrozze a cavallo che attendono i turisti, la pavimentazione sporca e in alcuni punti persino maleodorante, i venditori di concerti mozartiani fatti apposta per i turisti, i branchi del turismo organizzato, l'ascensore che porta giù alla stazione dove passano due linee della U-Bahn, la metropolitana.
Ho provato a cenare nel locale più tipico e gettonato di Vienna, dove pare che facciano il più buono Wiener Schnitzel (che poi non è altro che una copia della cotoletta milanese, vecchia di molti secoli), ma c'era il tutto esaurito. Ho ripiegato in un altro locale ed è andata abbastanza bene, salvo il tipico atteggiamento predatorio nei confronti dei turisti.
Sono poi tornato in hotel usando la metropolitana, acquistando per 14,70 euro un biglietto valido 48 ore. La U-Bahn di Vienna funziona benissimo, non ci sono tornelli e i treni delle 6 linee passano molto di frequente. La normale attesa varia dai 2 ai 4 minuti, a ogni ora del giorno e della notte.

Giorno 4

Il secondo giorno a Vienna ho preso la U-Bahn per raggiungere il castello di Schönbrunn, la reggia estiva degli Asburgo. Si entra in un immenso piazzale, con davanti la facciata principale del palazzo. Fatto il biglietto, che dà un'ora precisa per l'ingresso, ho utilizzato il tempo di attesa per visitare i giardini. Molto grandi, con bei giardini alla francese che terminano nella enorme fontana del Nettuno, da cui si sale fino alla Gloriette, il padiglione neoclassico da cui si gode una spendida vista sui giardini di Schönbrunn e anche su tutta Vienna. Tornato in basso, ho visitato l'interno del palazzo, con le varie sale destinate ognuna a uno specifico uso.
Ho terminato la mattinata pranzando nel ristorante interno della reggia e poi, molto stanco per il gran caldo e le lunghe passeggiate, sono tornato in hotel a riposare un po'. Verso sera sono tornato in centro per la cena e poi ho fatto qualche fermata in più di U-Bahn per uscire a Praterstern e andare a visitare il Prater, il noto lunapark di Vienna. Il Prater è davvero enorme e credo di averne visto forse solo il dieci per cento, ma proprio vicino l'ingresso c'è la sua attrazione più grande, anche in senso letterale: la Riesenrad, ovvero la grande ruota panoramica, alta ben 65 metri. Lungo la circonferenza ci sono 15 grandi cabine, ognuna da circa dieci posti e un giro costa 10 euro e dura dai 15 ai 20 minuti, a seconda del tempo che impiegano in basso gli altri passeggeri per uscire ed entrare nelle cabine. Inutile dire che il panorama è mozzafiato; si vede tutta la città, con i più noti edifici ben riconoscibili, nel silenzio più assoluto. Quando la cabina era nel punto più alto i giunti hanno cigolato un po', forse per il passaggio all'inclinazione opposta, e qualcuno si è guardato in faccia un po' ansioso (non io). Direi che un giro su questa ruota è una tappa obbligata se si visita Vienna ed è bello che le cabine si possano anche prenotare per una cena romantica a due, che dura un certo numero di giri, con un cameriere che cambia portata quando la cabina è in basso.

Giorno 5

Mattiniero come sempre, raggiungo il palazzo di Hofburg, in pieno centro, dove sono presenti alcuni dei più bei musei di Vienna. Inizio visitando la Silberkammer, che raccoglie la collezione di stoviglie e lampadari usati alla corte imperiale. Detto così sembra poco, ma ci sono interi servizi in argento massiccio, lampadari in bronzo dorato per tavolate da decine di persone, piatti di porcellana cinese finemente decorata e tante altre cose, tutte interessanti.
Ho poi visitato l'attiguo Museo di Sissi, che narra la vita della principessa Elisabetta di Baviera, divenuta sposa di Francesco Giuseppe e così imperatrice d'Austria. La storia è nota e anche raccontata in molti libri e film, perché questa ragazza giovane e bella che finì promessa sposa non per sua scelta e a Vienna si sentiva anche un po' prigioniera e quindi era spesso in viaggio, sembra fatta apposta per un copione cinematografico o per sollecitare l'immaginazione delle ragazze, che vedono materializzata la principessa delle fiabe.
Subito dopo sono passato ai Kaiserappartements, che erano le stanze in cui vivevano e operavano Francesco Giuseppe, come pure ovviamente i suoi avi, e anche Sissi. Così si viene a sapere che il Kaiser dormiva in un letto spartano, si alzava prima dell'alba e iniziava subito a lavorare. In alcuni giorni dava udienza a qualsiasi cittadino lo chiedesse e spesso di sera c'erano a corte balli o concerti. Di sicuro non si annoiava... Quanto a Sissi, conservava solo foto della sua famiglia bavarese e aveva persino una piccola palestra per tenersi in forma, una novita assoluta per l'epoca.
Conclusa anche questa visita, ho passeggiato un po' nel centro di Vienna e ho fatto un pranzo leggero vicino al Graben, un ampio viale pedonale che viene utilizzato come una piazza. Mi sono poi diretto allo Schloss Belvedere, un altro castello - in realtà un palazzo - che contiene una bellissima pinacoteca. La collezione di quadri del Belvedere è impressionante: medioevo, rinascimento, arte italiana, olandese e poi tanta pittura del XIX e XX secolo, che è poi quella che adoro. Molte opere impressioniste e poi di Schiele, Munch e, ovviamente, di Gustav Klimt, che visse proprio qui a Vienna. Molto belle alcune famose opere di Klimt, come Giuditta e il Bacio.
Tutto ciò nel Belvedere Superiore, uno dei due palazzi del complesso, perché circa 1 km più in basso, separato da un bel giardino con fontana, c'è il Belvedere Inferiore, destinato alle esposizioni temporanee. Visto anche questo, mi sono poi ritrovato in Karlsplatz, dove i sovietici hanno lasciano un enorme monumento a ricordo dell'Armata Rossa, alla fine della seconda guerra mondiale. Da qui ho preso il tram e la U-bahn fino in centro, ho cenato e sono infine tornato in hotel. E' stata una giornata bellissima, ma molto stancante per le alte temperature e i percorsi a piedi.

Giorno 6

Visto che non avevo ancora visto il Danubio, dopo la colazione sono sceso alla fermata metro di Donauinsel e ho fatto alcune foto al grande fiume blu. Intorno edifici residenziali e alcuni grattacieli, più qualche prato. Ho trovato un po' strano che a Vienna il Danubio sia in periferia e dunque privo di bei lungofiume, come accade in molte capitali.
Sono poi tornato in centro per comprare alcune cose e ho poi lasciato l'hotel, riprendendo la mia auto dopo tre giorni. Mi aspettavano i circa 450 km che separano Vienna da Monaco di Baviera, in Germania. Lungo la strada mi sono fermato in un'altra tipica area di servizio austriaca per pranzare e mi apprestavo a varcare il confine con la Germania, quando ho notato che la temperatura del motore era salita di molto oltre quella normale.
Mi sono quindi fermato all'istante nella corsia di emergenza e ho aperto il cofano. Per fortuna tutto ciò è accaduto di fronte ad un'area di servizio, dove mi sono rifugiato per rinfrescarmi un po' - faceva sempre caldissimo - e per consultare il manuale della mia auto, visto che una cosa simile mi era successa nel 2011 in Spagna e poteva entrarci un fusibile saltato. Da notare l'atteggiamento dei dipendenti dell'area di servizio: mentre la giovane cassiera è stata gentile e mi ha trovato i numeri del carro attrezzi sia austriaco che tedesco, altri due (un austriaco e uno di colore) volevano che andassi via, visto che non stavo consumando nulla. Così ho comprato una bella bibita fresca, che avrei preso in ogni caso vista la calura, ed ho continuato a consultare l'elenco dei fusibili, senza però trovare nulla di interessante, perché quelli coinvolti sembravano funzionare.
Passata oltre un'ora ho visto che la temperatura era tornata su valori normali e così, con il traffico che nel frattempo si era fluidificato, ho deciso di ripartire. Ho attraversato il confine, che era a poche centinaia di metri, e poi è stato facile percorrere circa 140 km fino a Monaco di Baviera, visto che quando si va veloci la ventola del radiatore è superflua.
Ma una volta in città, ho trovato molto traffico - Monaco da questo punto di vista è esattamente come Roma - e la temperatura è salita di nuovo, con nuovo stop in doppia fila. Un tedesco dopo un po' si è avvicinato e pensavo volesse aiutarmi, ma in realtà mi segnalava che non potevo stare fermo lì e che dovevo spostarmi. Alla faccia dell'empatia...
Dopo un po' nuova ripartenza e nuovo stop dopo forse un km di traffico lento. Questa volta per non bloccare il traffico salgo su uno spartitraffico erboso, una scena surreale. La terza sosta avviene in modo regolare, vicino a un piccolo parco con panchine, per cui ne approfitto per mangiare i panini che avevo provvidenzialmente comprato in Austria, che saranno oggi la mia cena. Dopo le 19 il traffico a Monaco si azzera, perché i crucchi cenano presto, e così è facile percorrere gli ultimi due km fino al mio hotel, che scopro essere gestito da turchi, ma ha camere grandi, moderne, pulite e ben attrezzate. Riposo.

Giorno 7

Il giorno dopo ho cercato un meccanico che non fosse troppo lontano e così ho portato l'auto in una werkstatt (officina) non tanto lontana dall'albergo. Ho lasciato lì la mia auto e sono andato a pranzare vicino l'Opera, in una nota birreria. Era presto e c'era poca gente, ma sono stati gentili, mentre non lo è stata la commessa a cui ho chiesto la via: era a un passo dall'Opera e non sapeva l'Opera dove fosse. Alla faccia della gentilezza...
Sono poi tornato nell'officina, dove mi ha detto che l'auto era stata riparata, per la modica cifra di euro 350. Quando ho dato la mia carta di credito, l'anziana contabile tedesca ha fatto una smorfia e ha detto che siccome la carta era italiana, non avrebbe funzionato lì in Germania. Ho insistito e, ovviamente, ha funzionato.
La sosta a Monaco l'avevo prevista per visitare la Residenz e Nymphenburg, ma ormai c'è poco tempo e così ripiego sulla Alte Pinakothek, che oggi è aperta con orario prolungato. Molti bei quadri fiamminghi, francesi e italiani, tutti molto interessanti. Tedeschi quasi niente, loro di pittori ne hanno avuti pochissimi.
Finita la visita è ora di cena e vado nella vicina Löwenbräukeller. La birreria ha un giardino e ordino un piatto di carne e poi una crème brûlée, che sul menu è presentata come la specialità della casa. Nel frattempo, come succede sempre nelle birrerie, si siedono al mio tavolo due persone, un ragazzo sui 25 anni e quella che sembra sua madre. Mangio il primo, che è abbastanza buono, e le persone che ho di fronte mi chiedono se per caso non sono un italiano che è in Germania per trovare lavoro. Sono gentili, ma fanno continuamente discorsi di questo tipo... L'attesa per la speciale crème brûlée intanto si prolunga all'infinito. Ad un certo punto anche il mio dirimpettatio ordina la stessa cosa e qui succede una cosa molto strana: a lui viene servita in cinque minuti una crema fluida in tazza, che presumibillmente è la vera specialità della casa, mentre a me la classica crema, in un piatto molto freddo e superficie tipo iceberg, dopo 40 minuti.
Tutti questi piccoli eventi e l'atteggiamento dei tedeschi nei confronti degli italiani mi convincono a cambiare il percorso del viaggio: basta Germania, si torna subito in Italia! Così la sera in hotel uso il computer per annullare tutti gli hotel di Lipsia, Berlino, Dresda, Regensburg e Bolzano e per prenotarne un altro a Sirmione, sul Lago di Garda.

Giorno 8

La mattina parto abbastanza presto da Monaco e mi dirigo a sud. Rientro in Austria, passo vicino Innsbruck, arrivo al Brennero e rientro in Italia, con grande gioia!
Passo dentro Bolzano, che vorrei visitare un po', ma fa anche qui un caldo tale che cambio idea e riprendo il viaggio fino a Sirmione. Trovare l'hotel non è facile, perché all'indirizzo scritto nella prenotazione sembra non esserci nulla e il navigatore neanche conosce questo indirizzo. Devo chiedere a gente del posto e trovo infine l'hotel, ma nel frattempo l'aria condizionata dell'auto ha improvvisamente spesso di funzionare...
Riposo in hotel e nel pomeriggio uso la sua navetta per raggiungere il centro storico di Sirmione, dove si entra attraverso un ponte. Visito il castello scaligero, non enorme ma comunque interessante, e poi passeggio per i vicoli, lungo la stretta penisola circondata dalle acque del lago. Per ironia della sorte, quasi tutti i turisti sono tedeschi...

Giorno 9

Mi muovo in auto lungo il lago e vado a Desenzano, dove faccio un bel pranzo a base di pesce lacustre in un ristorante che si affaccia sul porticciolo. Cerco poi un meccanico a cui far vedere l'auto: a quanto pare il famoso Dvorak forse non aveva risolto il problema della ventola (alla faccia della precisione e dell'onestà tedesche, due miti da sfatare) e questo ha provocato la rottura del radiatore dell'aria condizionata. Ma non possono ripararlo subito. Allegria.
Continuo quindi i miei brevi giri nella zona del Garda, anche se senza aria condizionata, visito altri bei paesini e faccio altri bei pranzetti.

Giorno 10

Torno ancora nel centro di Sirmione e vado a visitare le Grotte di Catullo, i ruderi romani che si trovano alla sommità della stretta penisola. La visita si rivela molto bella, perché oggi il tempo è bello, non fa caldissimo e i panorami sul lago sono meravigliosi.
Torno poi indietro e faccio un giro in motoscafo intorno a Sirmione, prima di pranzo. La vista di Sirmione dal lago è ancora più affascinante, con il castello, le spiagge rocciose, la villa di Maria Callas e le Grotte di Catullo.
Torno in hotel e poi la sera nuova passeggiata in centro, con cena.

Giorno 11

E' ora di tornare a casa. Parto subito dopo colazione per evitare le ore più calde, vista l'assenza di aria condizionata.
Arrivo a Roma comunque nel primo pomeriggio, con 38° C di temperatura e i finestrini aperti...
Apro le valigie, salvo le foto e i video, poi preparo le nuove valigie per la continuazione delle ferie.
A Roma fa molto caldo, ma in casa non ci sono problemi: qui l'aria condizionata c'è e funziona molto bene.

Giorno 12

Riparto subito per un paesino laziale in alta collina, dove trascorrerò il resto delle mie ferie, tra sonno, relax, passeggiate in montagna, lettura, trasmissioni radio e pranzi con i parenti.
Dopo un paio di giorni, ho anche riparato l'aria condizionata dell'auto e la ventola del radiatore.

Il souvenir

Ormai non pensavo più a questo viaggio, quando a fine settembre, quasi due mesi dopo, mi è arrivata una raccomandata dall'Austria, tutta scritta in tedesco. L'ho tradotta con calma, grazie al fatto che ho studiato un po' questa lingua e aiutandomi con dizionari e traduttori online.
Insomma, mi ha scritto la procura di Schwaz, per dirmi che mi era stata comminata la sanzione amministrativa di euro 180, da pagare entro due settimane con bonifico bancario, pena la trasformazione della sanzione in... due giorni di reclusione!
Ovviamente ho fatto il bonifico il giorno stesso, ma sapete il motivo di questa multa, fatta durante il viaggio di ritorno da Monaco al lago di Garda, quando in Austria ci sono solo passato? Magari si può immaginare un eccesso di velocità, una sosta in luogo pericoloso o chissà cosa. Ma non mi sono mai fermato e, sapendo che lì è pieno di autovelox, non ho mai superato la velocità massima, che è la stessa che in Italia.
E allora? Bene, questa multa di 180 euro mi è stata comminata per non aver mantenuto in autostrada la distanza di sicurezza dall'auto che mi precedeva! Si basano sul tempo e una telecamera ha misurato un intervallo di 0,35 secondi davanti a me, io credo perché mi stavo apprestando a sorpassare. E' bene che i turisti siano informati su tutto ciò, perché non credo che questo rischio sia noto.
Tra l'altro, mentre gli altri paesi europei inviano tranquillamente le multe agli automobilisti italiani, a quanto pare noi in Italia siamo così buoni che graziamo qualsiasi cosa e non inviamo mai multe all'estero. Ecco, bisognerebbe invece fare come loro e non serve molto: un conto corrente che accetta bonifici e carte di credito, magari un sito per facilitare i pagamenti e un coordinamento con le varie polizie locali e la stradale.
Per finire, la multa aumenterebbe se entro due anni c'è una recidiva, quindi credo che non transiterò sulle strade austriache per un bel po'. Nessuna rinuncia, perché tanto ho già visto il poco che c'è da vedere in Austria (sono stato a Innsbruck, Bregenz, sull'Arlberg, a Salisburgo, Klagenfurt, Graz e Vienna: mi basta e avanza).