Altro concerto ieri sera a Villa Ada, che ormai conosco come le mie tasche. Questa volta sul palco
si è esibita la musicista brasiliana Adriana Calcanhotto, una delle doci più dolci ed affascinanti
del paese sudamericano.
Sono arrivato abbastanza presto, mentre era in corso la partita Spagna - Germania dei campionati
mondiali di calcio. Nella zona del concerto, circondata da stand di ogni genere, avevano piazzato
un grande tv a schermo piatto e molte persone guadavano la partita. Ho gironzolato un po' e poi
mi sono messo anche io a vedere il calcio, attaccando discorso con una simpatica brasiliana che,
come ho scoperto, tifava per la Germania. Aveva un viso vagamente familiare e solo dopo la fine della
partita mi sono reso conto che, accidenti, era probabilmente un'amica di Adriana! Il mio escalier
mi frega ancora una volta e così perdo l'occasione di farmi presentare Adriana, che ci terrei davvero
molto a salutare.
Poco dopo inizia il concerto, con Adriana tutta sola sul palco con le sue chitarre e la sua voce dolce
e sognante. Molti brasiliani, ovviamente, tra il pubblico, comprese molte coppie uomo italiano - donna
brasiliana. Adriana esegue molte canzoni del suo vasto repertorio, mentre tra gli applausi il pubblico
ogni tanto le chiede quella che è forse la sua canzone più famosa, Vambora.
Ma lei fa finta di nulla ed esegue invece "Estate", cantata in lingua italiana, per la gioia di tutti
i presenti. Penso che forse, come accade a molti musicisti, viene un po' perseguitata dalla sua canzone
più nota, mentre vorrebbe far ascoltare tutto ciò che di buono ha scritto in seguito.
Ogni tanto Adriana parla con il pubblico, in portoghese, e racconta ad esempio la strana storia secondo
la quale Vinicius de Moraes, il grande musicista e poeta, avrebbe causato la prima presidenza di
un uomo di colore, Barack Obama, negli Usa. Pare infatti che la madre del presidente vide l'Orfeo Negro di Camus,
basato sulla storia di Vinicius de Moraes e che si appassionò talmente alla cultura afro da finire
con lo sposare il figlio di un immigrato di colore ed avere come figlio proprio Barack Obama.
Inutile dire che questa storia, raccontata con ironia ed affetto, diverte molto il pubblico presente.
Adriana prosegue con il suo concerto, finchè, arrivata ai bis, accontenta finalmente le richieste ed
esegue Vambora, la sua bellissima canzone di fine anni '90. Quando un paio d'anni fa ho scoperto questa
canzone e questa voce, per una quindicina di giorni non ho ascoltato altro e ciò credo basti a far
capire quanto la apprezzi.
Vado via pensando che è un peccato che la musica brasiliana di qualità abbia spazi così ridotti
in Italia, mentre plaudo mentalmente alla buona organizzazione della rassegna "Roma incontra il mondo",
che ogni anno permette passare in modo piacevole le calde serate dell'estate romana.