E' qualche anno ormai che, periodicamente, viene pubblicato uno scandalosissimo libro erotico,
scritto in genere da una agiatissima signora europea dalle apertissime vedute.
Il primo pensiero che viene, di fonte alle prevedibili, e previste e richieste, reazioni dei
benpensanti, è che ci troviamo anche qui di fronte allo stesso oliato, lubrificato,
meccanismo commerciale con cui le case editrici sollazzano un po' il loro fatturato.
Ma anche se così non fosse, è difficile esprimere un parere compiuto su questo libro, visto che,
come spiega già abbastanza esaurientemente il titolo, non riguarda che un aspetto, per quanto
importante, della vita della protagonista ed autrice: il sesso. E se nella prima parte del romanzo
ci vengono date alcune informazioni sul contesto, sulla vita familiare, sulle amicizie, man
mano che si procede nella lettura il contorno diviene sempre più sfumato e non c'è altro che
il racconto di innumerevoli rapporti con innumerevoli partner. Di queste persone a volte non
sappiamo neanche il nome, e mai una idea, un sentimento, una frase più che banale che ci
illumini in qualche modo sulle relazioni interpersonali.
D'accordo, il tema è proprio questo ed a detta dell'autrice si tratta del racconto fedele di
come lei ha vissuto la sessualità, oltretutto in anni in cui tutti sembravano volersi
liberare ad ogni costo. Ma questa liberazione non sembra averle garantito una migliore
qualità della vita, se, come spiega, alla fine il sesso è stato vissuto quasi come una forma
di costrizione, di coazione a ripetere, senza senso e senza fine.
Così liberata, da imprigionarsi da sola.
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Alcuni brani:
N.B. ho escluso i passi più rappresentativi per mantenere il
mio sito nella categoria "per tutti".
Finché non ho concepito l'idea di questo libro, non ho mai troppo riflettuto sulla
mia sessualità. Eppure sono stata sempre consapevole di aver avuto rapporti
multipli in età precoce, cosa inconsueta, soprattutto tra le ragazze, e in ogni caso
nel mio ambiente. Ho perso la verginità a diciotto anni - dunque non così presto -
ma nelle settimane immediatamente successive alla mia deflorazione ho partecipato
alla mia prima partouze.
Il lettore avrà capito che se, come ho già avuto modo di sottolineare, mi assumevo
il libero arbitrio di una vita sessuale di questo genere, e se, come ho appena
ricordato, combinavo delle fughe, questa libertà continuava comunque a misurarsi
solo in rapporto al suo contrario, alla fatalità degli incontri e al determinismo
di una catena in cui un anello, l'uomo, ti collega a un altro anello, che ti unisce
a un terzo ecc. La mia libertà non era di quelle che si rimettono in gioco sulla
spinta di circostanze casuali, era di quelle che si esprimono, una volta per tutte,
nell'accettazione di un destino al quale ci si consegna senza riserve - come una
suora che pronuncia i voti!
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