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Vinicio Coletti presenta

Debora Petrina a Roma

Concerto - Debora Petrina - Italia - 2010


Mercoledì 28 aprile ho deciso all'ultimo momento di andare al Mads, locale sito nel quartiere di San Lorenzo, per vedere il concerto di Debora Petrina, avendo così occasione di conoscerla per la prima volta di persona, dopo anni di contatti su internet.
Visto che so che da quelle parti è quasi impossibile trovare un parcheggio e che le auto abbastanza nuove sono da considerare a rischio, parto in tram, con la fida telecamera nella tasca della giacca. Sceso a Porta Maggiore, mi addentro nei vicoli di San Lorenzo, quartiere in cui ho persino vissuto per circa un anno, perché quando i miei si trasferirono a Roma per prima cosa affittarono una casa in questa zona. Mi portavano spesso in quello che allora era il bel parco di piazza Vittorio (oggi centro di chinatown), dove riuscii a perdermi a quattro anni, guidando poi la vecchia signora che mi aveva ritrovato verso casa mia (sapevo a perfezione l'indirizzo, anche se non sapevo arrivarci).
San Lorenzo è anche il quartiere degli studenti - negli anni della contestazione era una specie di fortino inespugnabile - visto che è vicino all'università, ed è ora uno dei quartieri della movida romana, pieno com'è di locali piccoli e grandi di ogni tipo, costo ed etnia. E' anche un quartiere che di notte diventa piuttosto vivace e si leggono spesso notizie di risse, baruffe ed accoltellamenti...
Inutile dire che nel 2010 ed alla mia età, non è una zona che frequento spesso e meno che mai di notte. Ma eccomi qui in un vicolo quasi buio, stretto tra i palazzi ed un muro dell'antica Roma. Arrivo all'indirizzo del locale, ma non lo vedo. Sono sul marciapiede e c'è un locale che si chiama "Blow Club" con due tizi baffuti che mi guardano in modo strano. Io, in giubbotto che nasconde a malapena il gessato d'ordinanza della mattina in ufficio, chiedo di indicarmi gentilmente un locale che si chiama "Mads" e loro, in effetti molto gentili, mi indicano il marciapiede di fronte, dove c'è un portoncino scuro che sembra sbarrato.
Lì davanti c'è però una ragazza del locale, alla quale chiedo informazioni: tessera personale valida un solo giorno, ingresso a 5 euro, reggae e discoteca dopo una certa ora e prima concerto dei Muro del Canto e poi Debora Petrina. Mi dice anche che Debora ha appena finito il sound check e che ora stanno mangiandosi una pizza. Io volevo salutarla, ma non mi sembra il caso di disturbarli in questo frangente, per cui resto fuori ad aspettare.
Dopo un po' arriva Lorenzo con una sua amica, che mi riconosce e si avvicina. E' un appassionato della musica di Patrizia Laquidara ed evidentemente anche di quella di Debora, se è qui questa sera. Così passiamo il tempo raccontantoci tutte le ultime novità, gossip inclusi, sulle nostre artiste preferite.
Verso le 22.30 possiamo entrare. Mi danno la tessera, pago i cinque euro e poi vorrebbero mettermi una specie di timbro su un braccio. Ignoro lo scopo, forse solo un modo per verificare chi ha pagato o magari scritte fosforescenti, chissà. Ma rifiuto gentilmente, figuriamoci se mi faccio timbrare! Il tizio non insiste ed entro nel locale, scendendo una ripida ma larga scala di pietra.
Il locale è tutto sotterraneo, un spazio che rimanda vagamente alle catacombe, con dei divani, delle sedie e molto spazio libero per muoversi e ballare. C'è un palco piccolo ma ben attezzato, un bar, la sala della regia e si intravedono i camerini sul fondo. Qui è quasi impossibile chiacchierare, visto che la musica è continua e ad alto volume.
Dopo un po' la sala si riempie ed il gruppo romano "Il muro del canto" inizia a suonare.
Non li avevo mai sentiti prima, ma, come scoprirò poi, è normale perché il gruppo si è formato solo nel gennaio 2010, quindi da pochi mesi. Cantano non esattamente in romanesco, ma con il tipico slang romano di oggi e si rifanno alla tradizione della canzone romana, portandola però verso sonorità quasi rock. Interessanti, da seguire.
Dopo una pausa, il chitarrista (Mirko De Cataldo) inizia a suonare sul palco una piccola chitarra, mentre si intravede una tastiera elettronica ed un pianoforte giocattolo in legno, uno degli strumenti preferiti dalla Petrina. Mentre Mirko continua a suonare, entra dal fondo Debora che suona una di quelle tastiere che vanno a fiato.
Ad effetto, come sempre, perché a lei piace molto "épater le spectateur", stupire insomma, cosa che le riesce benissimo perché ha una creatività smisurata.
Esegue dei brani che conosco ed altri che ignoravo completamente, ma che sono davvero affascinanti, come ad esempio "Tanti così anni". Tra elettronica, canto (ha una voce assolutamente da non sottovalutare, se volesse potrebbe solo cantare), pianoforti giocattolo, melodia e derive da musica contemporanea, esegue molti brani davvero affascinanti.
Debora, che è veneta e vive a Padova, ha una formazione di pianista classica, ha fatto parte di orchestre sinfoniche e segue un suo percorso di ricerca davvero originale.
Alla fine del concerto mi avvicino a la saluto, anzi ci abbracciamo, perché sono davvero contento di aver assistito ad un suo concerto e di conoscerla di persona. Chiacchieriamo per qualche minuto, parlandoci a turno nelle orecchie, perché hanno rimesso la musica di sottofondo ad alto volume. Poi ci salutiamo, con la promessa di rivederci ai suoi prossimi concerti nel centro Italia.
E' una musicista che merita la massima attenzione, perché ciò che fa è originale ed affascinante.


 

 

 

 

 

29 aprile 2010