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Vinicio Coletti presenta

L'ultima ruota del carro

Film - Giovanni Veronesi - Italia - 2013


L'edizione 2013 del Festival del Film di Roma è iniziata con la presentazione del nuovo film di Giovanni Veronesi, intitolato "L'ultima ruota del carro".
Prima della proiezione si è svolta la cerimonia di apertura, che, come nelle passate edizioni, è stata all'insegna della sintesi. La madrina di questa edizione, Sabrina Ferilli (beato chi s'a faa) ha presentato le varie giurie del festival, aiutata dal direttore artistico, Marco Muller. Poi Sabrina, un po' svagata, si è ricordata che doveva dichiarare aperto il festival. A me queste minicerimonie sono sempre sembrate un po' sciatte, ma che volete, è lo stile de Roma...
Il film di Veronesi è ambientato proprio nella città eterna e segue le vicende di Ernesto, di famiglia non certo abbiente, dall'infanzia all'età matura. Vediamo quindi, con soluzione di continuità, alcune delle età di Ernesto, iniziando da quando, bambino, va male a scuola e quindi inizia a lavorare con il padre che fa il manovale, una persona rude ed autoritaria.
In seguito Ernesto, interpretato da Elio Germano, sposa Angela e trova lavoro come cuoco nelle scuole materne, grazie ad una raccomandazione, lavoro che però va male e non lo soddisfa. Si mette quindi in proprio come traslocatore, insieme all'amico Giacinto, interpretato da Ricky Menphis, e gli affari vanno bene.
Durante questo lavoro entra anche in contatto con persone di vario genere, come un artista un po' bislacco (Alessandro Haber) ed una signora molto ricca. Essendo onesto (non cede alle lusinghe di un amico ladro), finisce con il vedersi affidati compiti che vanno oltre il suo lavoro ed implicano una grande fiducia reciproca.
Le cose cambiano quando Giacinto abbandona l'amico per andare a lavorare con un politico di area socialista ("Quella è gente onesta" - dice ad Ernesto).
Da solo la fatica aumenta e la sua salute inizia a risentirne. Finisce così per accettare la proposta di Giacinto di andare a lavorare con lui e finisce a gestire le pratiche poco chiare dell'on. Del Monte, interpretato da Sergio Rubini. Si mette giacca e cravatta ed inizia a frequentare un ambiente del tutto diverso da quello della sua famiglia, tra feste forsennate, viaggi misteriosi e fatture di dubbia veridicità. Angela, interpretata da Alessandra Mastronardi, viene coinvolta in questa atmosfera festosa, che sembra confermare il diverso status sociale raggiunto.
Ma un bel giorno fa capolino la Guardia di Finanza ed il deputato ed i suoi collaboratori, compreso Giacinto, finiscono in prigione, mentre Ernesto deve la salvezza al ruolo del tutto secondario che gli era stato affidato. Subentrano quindi la delusione e la disillusione ed Ernesto torna al vecchio lavoro di traslocatore, che riesce ormai a compiere solo con grande fatica.
Quando Giacinto esce di prigione, torna di nuovo da Ernesto per proporgli questa volta di andare a Milano a lavorare per un nuovo movimento che promette molto bene e guidato da una persona "per bene e che sta facendo anche molto per le donne", dice ad Angela. Nota a latere: a queste parole nella sala Santa Cecilia è partito un poderoso ed ironico applauso a scena aperta.
Ernesto questa volta rifiuta l'offerta e continua con il suo lavoro faticoso ma onesto, tra episodi di malasanità e le piccole fortune e sfortune della vita quotidiana.
Il film è recitato molto bene, specie da parte di Elio Germano, Alessandra Mastronardi e Richy Menphis, oltre all'essenza dello spirito romanesco portata da Maurizio Battista, ed è in sostanza l'elegia della vita onesta ed operosa, contrapposta ai mille sotterfugi e ruberie della politica e di chi è abbiente in generale. Mostra inoltre, come in una enciclopedia, quasi tutti i migliori pregi ed i peggiori difetti degli italiani: il saper lavorare in modo creativo ed onesto, lo squallore delle raccomandazioni (memorabile la scena dell'esame da cuoco) che mettono le persone sbagliate nel posto sbagliato, gli affetti familiari ed i mille sotterfugi per guadagnare denaro in fretta.
E' insomma una specie di piccolo affresco della società italiana degli ultimi quarant'anni, centrato sulla vita di queste persone e con sullo sfondo alcuni episodi fondamentali. Vediamo ad esempio le vere riprese del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, le monetine lanciate contro Bettino Craxi ed i primi manifesti con il viso di Silvio Berlusconi.
Certo, si potrebbe obiettare che molte battute sono costruite con il senno di poi, che questa in fondo è una ricetta fin troppo facile, ma il film diverte e funziona, non annoia mai ed a tratti commuove. Penso che ad un film non si possa chiedere più di questo, per cui posso dire che mi è piaciuto molto e ne consiglio la visione a tutti indistintamente.


8 novembre 2013