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Vinicio Coletti presenta

Sanremo 2012

Musica - AA.VV. - Italia - 2012


Anche quest'anno, come faccio da molti anni, da quanto ho ridotto all'osso il mio snobismo, guardo il festival di Sanremo. E lo guardo tutto, dalla prima giornata fino all'ultima, chiara manifestazione di masochismo patologico.
E già, perché non è che apprezzi molto il modo con cui vengono scelte le canzoni, scelta che dipende molto dagli equilibri tra le varie case discografiche e poco o niente dalla qualità o novità dei brani musicali.
Esiste in effetti una figura sociologica definibile come cantante sanremese, che appare nel festival, si esibisce e poi scompare, torna nel nulla da cui proveniva.
Certo, quest'anno hanno cercato di innovare un po', selezionando otto giovani interpreti tra le migliaia che hanno inviato i loro video musicali su facebook. Ma, a credere ai giornali ed alle voci che girano nell'ambiente, solo Casillo, che risulterà vincitore della categoria, è stato scelto con il web (in realtà da MOrandi e Mazzi), mentre gli altri giovani sarebbero stati indicati dalle case discografiche, per le quali molti di essi sono già sotto contratto.
Sarà vero? Sarà falso? Chissà.
Le migliori voci italiane degli ultimi anni, invece, sono state tenute rigorosamente fuori dalla manifestazione. Dov'è Patrizia Laquidara, una voce in grado di cantare qualsiasi breno diecimila volte meglio di qualsiasi interprete intravisto quest'anno? Dov'è Naif Hérin, che sprizza creatività da ogni poro e dà lustro alla musicalità italiana in ogni angolo d'Europa? E dov'è Cristina Donà con la sua musica travolgente e la sua ironia sopraffina? E perché non dare una chance ad Emma Re, famosa in Cina ed ancora poco conosciuta in Italia? E perché non dare spazio alla raffinata cultura regionale, e per questo universale, di Elena Ledda, per quanto forse poco adatta ad una simile gara? O non far tornare sul palco la dolcissima Simona Molinari? Un'altra voce che avrebbe fatto piazza pulita di ogni cantante presentato quest'anno.
O altre voce straordinarie come Paola Turci, Barbara Cola, Petra Magoni, Leda Battisti e tante altre.
Forse il masochista non sono io, ma sono quelli di Sanremo, che evitano accuratamente qualsiasi interprete in grado di diventare davvero famoso e conosciuto.
Ma andiamo con ordine e vediamo, capitolo per capitolo, com'è andato Sanremo 2012.

Il caos della prima serata

La prima serata è stata sotto il segno della confusione e del pressapochismo. Si inizia con un lunga ed inutile scenetta di Luca e Paolo, importati dalla edizione precedente e che riprendono gli stessi temi, anche politici, con un effetto di straniamento assoluto, visto che dopo solo un anno sembra di vivere in una epoca completamente diversa. Usano anche un po' di parolacce per far ridere, peraltro sbagliando completamente il loro significato. Francamente, si poteva tranquillamente fare a meno di richiamare questi due.
Il palco, poi, è privo di vallette, perché la Ecclestone è stata cacciata perché non partecipava alle prove (ma vai tu a sapere il vero motivo) e la modella ceca Ivana Mrazona è stata colpita da un terribile torcicollo.
Non so se è stato voluto, ma tutti i cantanti hanno presentato le loro canzoni sottotono, con arrangiamenti approssimativi e carenze musicali evidentissime. E poi non ha funzionato, almeno in parte, il sistema di votazioni della giuria.
Nonostante la temporaneità dell'inconveniente, alla fine tutta la gara è stata annullata e naturalmente viene il sospetto che in realtà siano stati i risultati a non piacere alla direzione artistica. Ma tant'è.

Gianni Morandi

Morandi sul palco è stato molto più sveglio dell'anno scorso, quando ogni tanto tendeva ad assopirsi. Sempre simpatico, ha condotto con stile informale, mettendo ognuno a suo agio. Si è anche esibito in qualche canzone ed in un duetto molto bello con Celentano. Però la responsabilità della scelta delle canzoni è anche sua e, siccome è una persona intelligente, ha capito che dall'anno prossimo è meglio cambiare aria. Un ciclo si chiude, dunque, ma Gianni rimane un gradissimo personaggio del mondo della canzone italiana.

Adriano Celentano

La seconda serata è andata molto meglio sul piano tecnico, con le canzoni presentate in modo almeno decente, ma l'evento clou della serata è stato l'atteso intervento di Celentano. Quasi un'ora di monologo e canzoni. Le canzoni sono belle, il monologo è triste, noioso, decisamente patetico. Riporta ad una religiosità da alto medioevo, quasi ascetica, ma allora uno si chiede come mai Celentano non viva in un monastero ma venga qui a presentare il suo ultimo CD.
Dal pubblico si alza Pupo e fa il dissidente, recitando, mi sia concesso dirlo, come un cane. Qualsiasi dilettante del teatro avrebbe fatto meglio e ci si chiede chi abbia scritto il testo di questi dialoghi.
Celentano arriva poi a chiedere cattolicamente la chiusura dei principali giornali cattolici, a suo dire colpevoli di non essere davvero cristiani. Ridicolo.

Belén Rodríguez e Alessandra Canalis

Per rimediare all'assenza della Mrazova si fa ricorso alle due vallette dello scorso anno, Belén Rodríguez e Alessandra Canalis, fino alla seconda serata. La loro presenza darà origine a qualche polemica, soprattutto perché Belen mostrerà in diretta una farfalla tatuata sull'inguine. C'è da dire che le due, essendo in pratica delle riserve, quest'anno non avevano niente da perdere, per cui sono state molto disinvolte e simpatiche. Secondo me si sono anche divertite molto. Visto che non condivido per niente il moralismo bigotto che si è scatenato contro di loro (mai che si trovi un equilibrio: o le orge o Torquemada) e che non ho niente contro le farfalle, dico che la loro presenza mi è piaciuta molto.

Ivana Mrazova ed il torcicollo

Niente da dire: la modella ceca è molto bella ed anche simpatica, oltre a cavarsela piuttosto bene con la lingua italiana. Secondo voci malevole, è stata scritturata anche perché permetteva di risparmiare un bel po' sulle spese, ma poi è stata sfruttata poco, anche per colpa del famoso torcicollo.
Ma c'è stato davvero, questo torcicollo? Pare di sì, ma io ho notato un'altra cosa: quando Ivana è apparsa nella seconda serata, rideva spesso e ad ogni risata o sorriso le usciva una specie di ghigno. Niente di strano, è solo il suo modo di ridere, ognuno ha il suo, ma nelle serate seguenti questo poco telegenico fenomeno si è andato via via attenuando, fino a scomparire del tutto.
Allora uno si chiede: non sarà mica per questo motivo che Ivana, detta Ivanka, è rimasta fuori dal palco durante la prima serata? Non è che l'hanno fatta allenare per eliminare via via il ghigno spontaneo che le veniva fuori?

I soliti idioti

Non conoscevo questi due comici romani. Fanno delle scenette stralunate e surreali. Il meglio, forse, è l'imitazione di un borgataro, che mi dicono sia molto realistica. Si vede che conoscono bene quell'ambiente. Fanno una scenetta sugli omosessuali piena di luoghi comuni e che, forse travisata, innescherà l'ennesima polemica. D'altra parte qual è il loro nome d'arte? Ecco, appunto. Presenti nella seconda serata, sono poi scomparsi nel nulla.

Rocco Papaleo

Regista ed attore, apprezzato di recente per il film "Basilicata coast to coast", ha un po' faticato all'inizio per entrare nel ruolo di aiuto conduttore. Oltre alla continua gag dello "stiamo tecnici" con Morandi, ironico riferimento al "governo tecnico" attuale, si è anche esibito in varie canzoni. Tutto sommato se l'è cavata, anche se per dare il meglio di sé avrebbe avuto bisogno di più spazio.
Mi è capitato di vedere dal vivo un paio di suoi spettacoli, dove fa teatro-canzone accompagnato da musicisti jazz. Spettacoli godibilissimi, ironici e poetici, ma difficilmente riproponibili sul palco dell'Ariston. Un po' ci ha provato, ma è strano che non l'abbiano sfruttato di più. Ennesima dimostrazione della pochezza della direzione artistica.

Geppi Cucciari

Con la presentatrice sarda è arrivata una ventata d'ironia sul palco dell'Ariston, che non ha risparmiato niente e nessuno, riportando un po' tutti con i piedi per terra. Un antitodo alla seriosità del mondo delle canzonette.

La gara

Il meccanismo della gara mi sembra quasi demenziale. Si parte con 14 canzoni dei "big", poi se ne eliminano solo due, poi altre due, poi due vengono ripescate e di nuovo due eliminate. Come risultato si arriva alla finale con dieci canzoni che sono già state ascoltate ben quattro volte ognuna. Avendo cinque giorni a disposizione, non sarebbe meglio presentare un numero maggiore di brani, anche venti o trenta, e poi eliminarli via via in modo più sostanziale?
E' poi sempre presente la piaga del televoto, con i trucchi possibili da parte dei famigerati call center. D'altra parte il televoto porta molti soldi alla Rai e sarà difficile farne a meno.

Il direttore artistico

Dopo il festival il direttore artistico, Gianmarco Mazzi, ha dato le dimissioni. In realtà non si deve dimettere da nulla, perché l'incarico la Rai lo assegna anno per anno. Diciamo quindi che ha capito che l'anno prossimo nessuno ha intenzione di averlo ancora a Sanremo e ne ha tratto le conseguenze. Sono contento di questa decisione e spero che l'anno prossimo ciò produca dei cambiamenti positivi nella gestione del festival, anche se naturalmente niente è scontato.

La serata dei duetti

La sera di giovedì è stata dedicata ai duetti. Ognuno ha scelto con chi fare un duetto e quindi si sono viste esibizioni interessanti, anche se la maggior parte dei cantanti ha finito con il quasi rovinare la propria canzone, anche se per fortuna ci sono state delle belissime eccezioni. Forse la cosa più memorabile della serata è stata l'assenza di qualsiasi comico, cosa che è stata davvero rilassante.

I cantanti, dalla A(risa) alla Z(illi)

Arisa

Ha presentato una canzone malinconica, notturna ("La notte"), cantata molto bene. Nello sfacelo generale, speravo che vincesse, perché è l'unico pezzo coerente nella musica e nel testo, oltre che cantato bene. Ha vinto nel televoto dell'ultima serata, ma poi nel nuovo televoto di spareggio tra le prime tre, curiosamente il pubblico da casa ha cambiato opinione ed è arrivata solo seconda.

Samuele Bersani

Curiosa canzone molto giocosa, dove con una metafora siamo portati ad immedesimarci in "Un pallone". Non so a voi, ma a me una cosa simile deve ancora capitare. Insomma, canzone simpatica ma priva di spunti, sia nella musica che nel testo. Con tutta la simpatia per l'autore, secondo me era una di quelle da eliminare nella prima serata e non capisco come possa essere arrivata in finale.

Pierdavide Carone e Lucio Dalla

Giovane cantante dalla bella voce che presenta una canzone, "Nanì", nello stile di Lucio Dalla, dal testo però forse un po' banale ed a tratti involontariamente umoristico. Il ragazzo che si è innamorato di una prostituta chiede ripetutamente "perché mi hai detto di andar via quando ti ho chiesto di venire via con me". Beh, ragazzo mio, non è che la risposta sia così difficile, no?
Ad impreziosire l'esibizione, un Lucio Dalla che fa da direttore d'orchestra ed accompagna Carone nel canto.
Chiara Civello

Sono stato molto deluso da quella che era stata presentata come una grande voce del jazz. In realtà la sua canzone, "Al posto del mondo", richiedeva un'estensione vocale molto più ampia di quella che lei è stata in grado di esprimere. Nella serata dei duetti avrebbe potuto almeno farsi accompagnare da una voce adatta a quel tipo di repertorio, ma ha scelto invece l'ignota Michielin e la sera dopo è stata eliminata, con mia grande soddisfazione.

Dolcenera

Dopo aver aperto il festival in modo deludente, si è riscattata nei giorni seguenti tirando fuori tutta la grinta di cui dispone. "Ci vediamo a casa" è una canzone carina, ma con il testo che sembra intenso ma è in realtà banalotto. Risultato medio e posizione media nella classifica finale.

Emma Marrone

Testo pseudoimpegnato e voce quasi disperata per la canzone, "Non è l'inferno", predestinata alla vittoria, come spesso accade per chi viene dalla scuderia di Amici. Arrivata seconda nel televoto, ha vinto poi nel nuovo televoto di spareggio. Un po' di voce ce l'ha ma tutto l'insieme non mi dice molto.

Eugenio Finardi

Altra canzone deludente "E tu lo chiami Dio", dove musicalmente non c'è nulla di nuovo ed il testo si ripete e dice cose abbastanza banali. Finardi ha fatto cose molto migliori ed altre ne farà, ma questa canzone è meglio dimenticarla.

Irene Fornaciari

La zuccherosa Irene ha presentato "Il mio grande mistero", che non quadra perfettamente, anche se ha dei momenti intensi. Ritornello un po' melenso, con tanto di "oh yeah".

Gigi d'Alessio e Loredana Bertè

Con "Respirare" hanno presentato una canzone dalla musicalità prorompente, che appena ascoltata sembrava addirittura potesse vincere. Gli ascolti successivi me l'hanno fatta ridimensionare un po', come sempre accade per le musiche che piacciono troppo presto, ma rimane comunque una canzone valida, arricchita dalla eterogeneità assoluta dei due interpreti. Il quarto posto è sicuramente troppo poco.

Marlene Kuntz

La loro "Canzone per un figlio" non mi sembra niente di fenomenale né di originale. Francamente, mi aspettavo di meglio.

Matia Bazar

La cantante del gruppo, Silvia Mezzanotte, ha davvero delle grandi capacità, ma la canzone, "Sei tu", non le mette in evidenza ed è un po' troppo monocorde, priva di un ritornello veramente valido. Peccato, anche se era comunque migliore di molte altre canzoni in gara.

Noemi

Dà il meglio di sé nei toni bassi e nel quasi parlato. La canzone è abbastanza carina, ma forse con troppe ripetizioni.
Lei è molto simpatica ed ha grandi capacità. Ha ricevuto il jolly della sala stampa, che l'ha fatta passare momentaneamente dal quarto al primo posto. Alla fine è arrivata terza, una posizione tutto sommato meritata.

Francesco Renga

Ha presentato una canzone, "La tua bellezza", abbastanza valida e cantata bene. Eppure non mi ha fatto sentire nulla e non riesco neanche a ricordarne il motivo. Una ragione ci deve pur essere.

Nina Zilli

La sua "Per sempre" è impeccabile e cantata piuttosto bene. Eppure anche qui non sento niente di nuovo e nulla si smuove dentro di me. Evidentemente questa canzone non riesce a colpire più di tanto.
Nina è stata scelta per rappresentare l'Italia nel prossimo festival dell'Eurovisione, dove sicuramente può fare bella figura.

I giovani

Abbiamo già parlato dei sospetti che si sono accumulati sulla selezione dei giovani, anche se naturalmente non c'è niente di certo. In ogni caso c'erano otto esordienti in gara: Celeste Gaia, Erica Mou, Alessandro Casillo, Marco Guazzone, Giulia Anania, Giordana Angi, i Bidiel ed i Io Ho Sempre Voglia. A me è riuscita simpatica Erica Mou, mentre Celeste Gaia mia ha fatto tenerezza: farà di meglio. La Angi ha presentato una canzone molto esigente sul piano vocale e lei non è stata proprio all'altezza. Alla fine ha vinto Casillo, anche se il verdetto non è tanto sbagliato, perché la sua canzone è molto orecchiabile ed adatta ai suoi coetanei. Bravini entrambi i gruppi, con il cantante degli Io Ho Sempre Voglia che stona mezza canzone nella finale (scuramente per l'emozione), mentre se l'era cavata nelle eliminatorie.
Complessivamente, niente di che, c'è senz'altro di meglio in giro.

Conclusione

Ho già detto come la penso sul festival e sul criterio da seguire per selezionare i cantanti.
Finisco dicendo che sono molto contento che il direttore artistico cambi e spero per l'anno prossimo in un festival pieno di bella musica e che dia finalmente spazio a quei talenti musicali che fanno incetta di premi, fanno concerti e sono unanimemente apprezzati da pubblico e critica.


19 febbraio 2012